Dantedì: Dante e la libertà

    Nel canto XVI del Purgatorio, che occupa la posizione centrale della Divina Commedia (è il cinquantesimo di cento canti), Dante affronta proprio uno dei temi nodali della contemporaneità, quello della libertà e della responsabilità dell’uomo nel suo agire nella storia. La collocazione del canto non è priva di significato: l’autore con essa suggerisce la rilevanza della libertà per l’uomo, facendo ruotare tutte le altre innumerevoli tematiche, affrontate durante il viaggio (che - è bene non dimenticare - Dante compie soprattutto per comprendere come si debba vivere nell’al di qua e non tanto come si viva nell’al di là) attorno a questa, come se l’aspetto specifico dell’uomo non potesse essere compreso che in termini di ricerca e realizzazione della libertà.

Umanità e libertà, dunque; tra i due concetti Dante individua un nesso strettissimo. Virgilio, guida di Dante, così presenta il suo discepolo a Catone, il custode del Purgatorio:

Or ti piaccia gradir la sua venuta:

libertà va cercando ch’è sì cara,

come sa chi per lei vita rifiuta.

Tu ‘l sai, che non ti fu per lei amara

in Utica la morte, ove lasciasti

la veste ch’al gran dì sarà sì chiara.

                         (Purg., I, vv.70-75)

 

Tornando per un momento ai nostri cupi giorni, individuiamo tra i suoi tratti caratterizzanti anche la conflittualità politica, sociale, economica, che rende precaria la pace e incrina le basi, spirituali e materiali, della vita. Comprendiamo, allora, che non si può pensare di realizzare la pace sulla terra a prescindere dalla giustizia all’interno delle singole nazioni e tra i popoli a livello mondiale.

Non stupiamoci se, pur mutate profondamente le condizioni storiche e la natura dei problemi odierni rispetto a quelli che il poeta dovette affrontare, troveremo in Dante un convinto assertore di questa necessità di connettere libertà e giustizia, nell’assunzione del compito di richiamare gli uomini a divenire consapevoli della loro responsabilità nel creare le condizioni sistemiche che rendono possibile agli uomini di vivere secondo le loro aspirazioni più profonde, nella sicurezza e nella dignità, che sono garantite solo dalla pace.

Però, se ‘l mondo presente disvia                  

in voi è la cagione, in voi si cheggia;                

          (Purgatorio, XVI, vv.82-83)

La libertà per Dante non ha quindi  un fine solo individuale e non riguarda solo il singolo soggetto, è soprattutto virtù politica, che richiama l’umanità tutta al suo compito di rendere la terra, “l’aiuola che ci fa tanto feroci” (Paradiso, XXII, v.151), simile al Paradiso Terrestre, il “loco /  fatto per proprio dell’umana spece” (Paradiso, III, vv. 56-57), nella convinzione che le ragioni del male e della sofferenza degli uomini sono da ricercare esclusivamente nella storia, la quale è determinata dalle azioni degli uomini e non è prodotto di cause extraumane. Strettamente connessa alla meditazione sulla libertà, dunque, è quella sulla responsabilità dell’umanità, il cui futuro è nelle sue mani, perché non è sottoposta, come gli astri, al determinismo naturale, voluto da Dio. Così, infatti, nel canto XVI del Purgatorio, il personaggio di Marco Lombardo risponde a Dante, dopo che questi gli ha posto il quesito angoscioso circa la causa del male sulla terra:

“... Frate,

lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui.

Voi che vivete ogne cagion recate

pur suso al cielo, pur come se tutto     

movesse seco di necessitate.                

Se così fosse, in voi fora distrutto

libero arbitrio, e non fora giustizia

per ben letizia, e per male aver lutto.

Lo cielo i vostri movimenti inizia;        

non dico tutti, ma, posto ch’i’ ‘l dica,

lume v’è dato a bene e a malizia,

e libero voler; che, se fatica

ne le prime battaglie col ciel dura,

poi vince tutto, se ben si notrica.

A maggior forza e a miglior natura      

liberi soggiacete; e quella cria

la mente in voi, che ‘l ciel non ha in sua cura.     

Però, se ‘l mondo presente disvia,

in voi è la cagione, in voi si cheggia;

e io te ne sarò or vera spia.    (vv. 65-84)