Gli studenti Antinori di Matelica in visita a Siena e all’affascinante Abbazia di San Galgano

Il giorno 19 dicembre, noi alunni dell’ITC G. Antinori di Matelica abbiamo partecipato al viaggio d’istruzione presso Siena e San Galgano, in Toscana. Nella mattinata, accompagnati dalle guide locali, abbiamo svolto un percorso di trekking urbano che ci ha permesso di toccare gli angoli più belli (e anche meno conosciuti) della città di Siena: dalla Chiesa di San Domenico, percorrendo i vicoli della Contrada dell'Oca, siamo giunti ad una fra le più antiche fontane di Siena: Fontebranda. Da qui tramite la suggestiva via del Costone, siamo saliti fino a raggiungere il cuore della Contrada della Selva e Piazza San Giovanni dove prospetta il Battistero di San Giovanni. Da qui ancora una breve salita e siamo arrivati in Piazza del Duomo, dominata dalla bellissima facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta; a seguire abbiamo raggiunto Piazza del Campo dove è terminata la visita. Nel corso della visita abbiamo avuto modo più volte di affrontare il tema delle Contrade, di conoscere gli aneddoti più curiosi del Palio dell’Assunta e gli usi e costumi dei senesi durante le due manifestazioni che vedono sfidarsi i cavalli e i fantini delle diverse Contrade. Dopo la pausa pranzo, abbiamo visitato gli spettacolari resti dell’antica Abbazia di San Galgano, luogo affascinante e suggestivo che fu sede di uno dei più importanti monasteri della Toscana. Il nobile cavaliere Galgano Guidotti, dopo aver rinunciato alla propria vita fatta di agi e di ricchezze, prese l’abito cistercense e decise di far erigere sul monte Siepi, una cappella, dove nel 1180 scelse di morire da eremita. Successivamente i monaci cistercensi, costruirono un oratorio e un edificio in onore del monaco, divenuto Santo. Nacque così l’Abbazia di San Galgano, uno splendido monastero, considerato oggi uno dei luoghi più suggestivi e prestigiosi esempi di architettura gotico-cistercense in Italia. A poca distanza dall’abbazia si trova l’eremo di Montesiepi, al cui interno si conserva il mistero di ‘Excalibur’, la spada che San Galgano infisse nella roccia quando decise di lasciare la sua vita nobiliare, per diventare un eremita. Infiggere la sua spada nella roccia, rappresentava per Galgano un gesto di pace. Appena quattro anni dalla sua morte, nel 1185, Papa Lucio III lo proclamò Santo, mentre il vescovo di Volterra Ugo Saladini ordinò che fosse sepolto accanto alla roccia dove ancora è conficcata la sua spada, e che vi fosse costruita sopra una cappella dalla forma circolare. La visita dell’abbazia e dell’eremo è stata molto interessante e favolosa, dove il mistero della spada nella roccia, come d’altronde tutti i misteri, continua ancora oggi ad affascinare ragazzi e adulti.

Classe IV C