Intitolazione Aula "Gian Mario Fazzini"
“Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”. (Piero Calamandrei: Discorso sulla Costituzione)
Con queste parole un padre della Costituzione esortava i giovani a riconoscere quanto sia costato, impegno, sofferenza , vite sacrificate per dare all’Italia e all’Europa un futuro di democrazia e di libertà.
Quell’eredità oggi la possiamo vivere con tutti i benefici che porta con sé, ma abbiamo il dovere di ricordare, di alimentare sempre il sentimento etico della partecipazione come promessa a mantenere saldi i principi su cui essa è nata.
Con questa finalità l’Istituto Tecnico Giovanni Antinori di Camerino - Matelica, in prossimità del 25aprile, ha voluto titolare un’aula del polo alla memoria dell’ex studente partigiano Gin Mario Fazzini e promosso una conferenza sulla tema della Resistenza. Evento a cui gli studenti delle due sedi dell’Istituto di tutte le classi hanno partecipato, on line, in modo congiunto e che ha visto la straordinaria partecipazione dei familiari del giovane Fazzini, dei rappresentanti delle istituzioni del territorio: il Commissario prefettizio del comune di Camerino Dott. Paolo de Biagi, il rettore dell’ateneo camerte Prof. Claudio Pettinari, i dirigenti Scolastici emeriti dell’Istituto Antinori: Professori Enzo Bonacucina e Giancarlo Marcelli, l’ingegnere provinciale dott.ssa Roberta Fattoretti. Relatori di eccezione invece il presidente ANPI di Camerino dott. Mario Mosciatti e il direttore del Museo e Centro Studi Storici “ Don Enrico Pocognoni” di Matelica Prof. Igino Colonnelli.
In apertura il dirigente scolastico Prof. Francesco Rosati ha sottolineato l’importanza della memoria per capire le origini del nostro presente; il nostro territorio non fu certo risparmiato dai fatti cruenti operati dalla violenza della dittatura nazifascista, Camerino e tanti paesi limitrofi hanno visto uomini, donne, giovani ragazzi sacrificati in quella spirale di paura e di sangue che non risparmiava nessuno. Il dirigente ha letto alcuni documenti storici d’archivio che testimoniano quanto fosse facile, in quegli anni di guerra anche civile, morire fucilati solo per non rispettare il coprifuoco, quindi è facile pensare quanto pericoloso fosse contravvenire agli imperativi della dittatura. Di seguito, narrando un personale aneddoto ha introdotto agli studenti la figura di Gian Mario Fazzini.
Figura al centro del successivo intervento del dott. Mario Mosciatti, il quale alternando ricostruzioni storiografiche di carattere nazionale e locale alla biografia dello studente, in un ampio resoconto, ha portato gli ascoltatori dentro quel teatro di eccidi e rappresaglie che non risparmiarono neppure un ragazzo diciannovenne, frequentante la classe quarta dell’Istituto Antinori , Gian Mario Fazzini, partigiano, fucilato in una rappresaglia il 22 marzo del 1944. All’inizio Gian Mario si avvicinò al Gruppo di Massaprofoglio di Muccia, comandato da Zoran Kompanjet di chiara ispirazione comunista e poi entrò a far parte di quello di Montalto di Cessapalombo, ispirato a idee più simili alle sue. Il 19 marzo 1944 fu catturato dai nazifascisti a Caldarola, insieme con altri partigiani del gruppo di Montalto; condotto al comando di Muccia, Fazzini fu sottoposto a un durissimo interrogatorio con percosse e minacce, ma non tradì i suoi compagni, come invece fecero altri. Coloro che nonostante le torture si rifiutarono di parlare, la mattina del 22 marzo 1944, furono condotti a Montalto e furono fucilati insieme ai compagni catturati sul posto.
Quella del prof. Igino Colonnelli è stata invece una interessantissima lezione storiografica sugli eventi che possono farci aggettivare il fenomeno della Resistenza europea e italiana come “internazionale”. Molteplici furono i popoli che si ribellarono all’oppressione dei regimi totalitari, così come la nostra resistenza locale fu animata da uomini provenienti da molteplici paesi. Aneddotica, affascinante, per certi versi eroica e romantica la vicenda di quanti animarono la Resistenza fra i boschi dell’Appennino marchigiano e nel matelicese, vicenda magistralmente narrata dal professore.
Di seguito, gli interventi curati dal prof. Stefano Baioni e dalla prof.ssa Lina Menichelli, del Dipartimento di Lettere, hanno visto protagonisti gli alunni dell’Istituto. Letture e riflessioni sono state il viatico con il quale hanno onorato la memoria del nostro passato, che vide la fine di una terribile guerra, ma che sono anche state uno sguardo attento e commosso su quanto accade in questo tempo così carico di sofferenza e distruzione.
La giornata si è conclusa con la titolazione dell’aula laboratoriale dell’indirizzo CAT a Gian Mario Fazzini. Nello svelare la targa, il dirigente Rosati, rivolgendosi agli studenti, ha sottolineato il peso di un nome, inscritto a futura memoria, a segnare un’aula ricca di strumenti tecnologici che loro, oggi, possono liberamente usare per formarsi in competenze ed abilità necessarie per costruire il loro futuro. Oggi ne hanno libero accesso, come diritto sancito, ma quel diritto è stato raggiunto anche con il prezzo di enormi sacrifici di chi fu ragazzo come loro.
I docenti del Dipartimento di Lettere