Racconti di sport all’Antinori

Che lo sport sia una palestra di valori, un’esperienza in cui si esprimano le virtù umane più nobili (il coraggio, il talento, la determinazione, il sacrificio, la resilienza…) e si contrappongano agli atteggiamenti più gretti di chi non ne rispetta lo spirito, è noto a tutti. Lo scorso anno lo ha dimostrato in maniera lampante con il coraggio di Bebe Vio, il talento di Jacobs, la determinazione di Donnarumma e compagni, lo spirito di sacrificio della Palmisano e la resilienza delle nazionali di volley. Queste virtù chiaramente sono rintracciabili anche nella storia e nella letteratura, ma la vividezza e l’impatto della faccia di Tortu che taglia il traguardo della staffetta d’oro della 4x100 è troppo efficace per cercare altrove. Per questo, all’interno del corso di studi Management dello sport, la nuova curvatura dello storico corso Amministrazione Finanza e Marketing, stiamo proponendo un percorso didattico sul raccontare lo sport. L’obiettivo è esercitare le competenze tipiche del “saper scrivere e saper parlare” attraverso una tematica che ha la forza di coinvolgere particolarmente gli studenti e le studentesse.

All’interno di tale percorso ai ragazzi è stata proposta la lettura del libro Dal basket alla maratona di Leonardo Sonaglia, edito dall’Halley informatica, che ha donato alla scuola le copie necessarie per l’intera classe. La scelta è stata dettata dalla volontà di mostrare come quelle virtù di cui sopra non siano incarnate solo da personaggi lontani e inarrivabili, ma anche da uno sportivo della zona che si è imposto ai massimi livelli. Per i non appassionati, a cui il nome di Sonaglia potrebbe non dire niente, ricordiamo che è stato assoluto protagonista della scalata del Fabriano Basket dalle serie minori alla massima serie, per poi disputare 12 stagioni in Serie A con diverse casacche. Alla fine della sua carriera cestistica, non potendo resistere alla forza attrattiva dello sport, si è dedicato alla maratona. Una storia raccontata in modo accattivante e capace di evidenziare come l’esperienza di essere uno sportivo sia un modo privilegiato con cui accorgersi del valore del lavoro, della costanza, del sacrificio, chiaramente importanti anche per chi non ha doti atletiche particolari e vorrà fare l’informatico o il ragioniere. Dopo aver letto il libro, pandemia piacendo, i ragazzi (mi raccomando, non diteglielo: è una sorpresa!) potranno incontrare l’autore/cestista/maratoneta: fargli domande, conoscerlo, vederlo in azione (qui non possiamo svelare niente, se non che la prof.ssa Marinacci di Scienze motorie non può farsi scappare un allenatore come Leo) e capire che certe cose non sono solo nei libri ma sono carne, sangue e sudore.

Ringraziamo Leo per la disponibilità e l’Halley informatica per il sostegno.