24 novembre, il SOLE 24 ORE: "L’istruzione tecnica ricetta anticrisi per l’Azienda Italia"
L’education ha già la ricetta anticrisi: si chiama istruzione tecnica. A dirlo sono i numeri dall’Ocse alla Fondazione Agnelli: i neo diplomati, dalla meccatronica al tessile moda, hanno un inserimento occupazionale rapidissimo, che negli Its, raggiunge punte dell’80-90%, e con una coerenza pressocché totale tra impiego conquistato e percorso formativo svolto.
Eppure, ancora oggi, famiglie e studenti conoscono poco questo mondo, e le possibilità che offre: le iscrizioni al primo anno sono stabili a circa un terzo del totale (anche per via dell’etichetta, poco generosa, di scuole di serie B); e a livello politico hanno pagato l’ondata di licealizzazione della scuola italiana che ha portato a ridurre fondi, e probabilmente appeal, all’intero settore dell’istruzione tecnico-professionale. Ciò ha determinato un insufficiente flusso di studenti in uscita dalla scuola superiore rispetto alla domanda di competenze delle imprese.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la disoccupazione giovanile rimane stabile sopra il 30% (in Germania, patria della formazione duale, non supera il 5/6%), le aziende chiedono nei prossimi tre anni 200mila profili tecnici da assumere, circa 20mila l’anno sono diplomati Its, e, in un terzo dei casi, per alcuni indirizzi si sale a una selezione su due, le posizioni lavorative offerte restano “vuote”.