Dantedì - I edizione


Il 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebrerà per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo. ‪Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

È di seguito proposta la lettura del V Canto dell'Inferno, un canto che rappresenta un importantissimo passaggio culturale dal momento che in esso Dante discute del significato dell’amore cortese e della funzione etico-socio-culturale della letteratura di cui egli stesso sa di essere un protagonista.

Sull’amore cortese e lo stilnovo Dante ritornerà poi nei canti XXIV-XXVI del Purgatorio, tuttavia non con la stessa partecipazione emotiva di questo primo passaggio.

Dante infatti scrive con una commozione ed una enfasi che difficilmente sarà possibile ritrovare in altri passaggi della Commedia, sia perché sta ragionando sul suo stesso lavoro e quindi si sente chiamato in causa, sia perché particolarmente colpito dalla vicenda dei due poveri amanti, Francesca, ma soprattutto Paolo.

Proprio Paolo con il suo silenzio rappresenta l’incapacità di dare una risposta al dolore, l’inerme condanna alla punizione.

« Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.”
Queste parole da lor ci fuor porte. »

(Dante Alighieri, Inferno V, 100-108)

I docenti del dipartimento di Lettere ITCG G.Antinori

 

Esegesi

La lettura